Potrei scrivere un libro su cosa vedere in Namibia. Da dove cominciare?
Dall’emozione che provo tutte le volte che sono in Etosha, davanti allo spettacolo degli animali che affollano le pozze d’acqua. Giraffe e zebre, kudu e springbok, alcelafi rossi e tanti tanti uccelli. Elefanti maestosi e rinoceronti bianchi e neri. Leoni e rarissimi leopardi. Iene maculate e manguste. Questo e’ Etosha. E lo spettacolo è vedere l’emozione negli occhi degli ospiti dei safari!
Il Damaraland, la regione che mi ha fatto innamorare di questo paese, con le sue montagne, i suoi spazi infiniti, i colori dei suoi tramonti, le sue genti, accoglienti e gentili, gli elefanti desert adapted e i letti dei fiumi effimeri. Arte…arte ancestrale, quella delle incisioni rupestri di Twyfelfontain e della Dama Bianca.
La Skeleton coast e i suoi ormai pochi relitti, che tanto l’hanno resa celebre, ma che ormai, dopo secoli, sono stati mangiati dal mare. Rapisce per la durezza delle distese vuote e grigie, per i campi di licheni che prendono vita con la nebbia, per le colonie di otarie e le cittadine costiere che tutto paiono meno che di villeggiatura, ma amate dai locali.
E poi il Namib, il deserto più antico del mondo, che giace lì, lungo una costa sferzata dai freddi venti del Sud, deserto dai colori incredibili, che cambiano dal giallo ocra al rosso ruggine. La sabbia che tutto invade, anche cittadine abbandonate come Kolmanskop, che ti entra nelle scarpe e che resterà con te, nella tua memoria, per sempre.
Il Kalahari e le sue piccole dune longitudinali e casa dei San, i piccoli uomini-cacciatori, ormai rimasti in pochi a portare avanti tradizioni millenarie.
A Nord si incontrano gli Himba, fiero popolo che rifiuta contaminazioni moderne, le cui donne si ricoprono di burro e ocra per essere più belle di quello che già sono. A Nord ci sono fiumi ricchi di acqua e cascate imponenti.
E a Windhoek, piccola capitale sull’altopiano, non può mancare una visita all’Alte Feste, fortino tedesco memoria di antica colonizzazione, accanto al quale si erge il nuovissimo Museo della Storia della Namibia, di discutibile bellezza esterna, ma interessantissimo all’interno. E colpisce la Christuskirke, la Cattedrale protestante, in stile neo-gotico. Più in là, nel verde di un bellissimo giardino, il Parlamento e le sue bianche colonne.
Una passeggiata per Indipendence Avenue o Mall Street ricorda che siamo nella capitale: negozi alla moda e ottimi ristoranti, negozi di safari e per l’arredo della casa, librerie fornitissime e centri commerciali.